La mappa di Baia sommersa

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Il ninfeo d'età claudia, sito a -7 m ca. sui fondali marini antistanti Punta Epitaffio, rivela solo parte di Baia sommersa. Esso apparteneva al complesso, noto da resti sparsi e mal conservati, disposto a terrazze dalla cima del promontorio all'antica Baiae, estesa in mare fino a 400 m ca. dalla riva.
In età romana, sul sito del piccolo golfo, era il Baianus lacus, lago costiero citato da Seneca, Tacito e Marziale, scomparso per il bradisismo, ma riconoscibile dai resti antichi sulle sponde. Vi si accedeva dal canale individuato anni fa a -6/8 m al centro della rada moderna (F). A est del ninfeo, separato da una strada, era un nucleo edilizio, con terme (I-III sec. d.C.) e un ninfeo di forma emidecagonale a tre absidi, di età domizianea (81-96 d.C.), unico nel suo genere a Baia (B).
Una villa imponente sorse in età adrianea (117-138 d.C.) a sud-est della Punta sui resti della più antica (fine I sec. a.C. - inizi I sec. d.C.), attribuita alla famiglia dei Pisoni per i bolli impressi su una conduttura idrica di piombo (C-D). Dotato di terme, giardini e un quartiere marittimo, con vani di soggiorno, cisterne e peschiere, difeso da barriere frangiflutti, l'edificio mostra analogie architettoniche con la Villa Adriana a Tivoli. Ciò fa pensare a interventi dello stesso Adriano e all'appartenenza della villa al demanio imperiale, dopo la confisca di quella dei Pisoni, seguita forse alla fallita congiura contro Nerone (65 d.C.). 
A nord del canale erano terme, forse pubbliche, visto il carattere urbano degli edifici, evidenziato da tabernae e da una strada (E).
Le sponde est e ovest del lago, chiamato Portus Baiarum da Plinio il Vecchio e Floro, si individuano da altre strutture, poste sotto la banchina portuale, dove anni fa si rinvennero sculture e decorazioni marmoree, del III sec. d.C. Altri resti sono sui fondali antistanti i Cantieri di Baia (G).
Peschiere monumentali sono state poi di recente scoperte davanti al Castello Aragonese (H), sul cui sito gli studiosi ubicano la villa di Giulio Cesare. Gli imperatori e la corte soggiornarono spesso a Baia. Il Ninfeo di Claudio (41-54), con la sua fastosa decorazione, è però l'unico monumento che può sicuramente identificarsi con un ambiente della sua residenza, ed anche l'unico a fornire precisi dati geo-archeologici sull'epoca del bradisismo (fine III sec. d.C.) su questo tratto di costa. Non fu però questa la sola residenza imperiale. Autori antichi attestano infatti che molti imperatori edificarono a Baia, quasi a gara coi predecessori. A Nerone (54-68 d.C.), per esempio, è attribuito il Complesso della Sosandra", sito nel Parco Archeologico, riconoscibile come l'ebeterion fatto da lui costruire, secondo Dione Cassio, per riposo e svago dei marinai della flotta di Miseno. 
A età Adrianea datano invece la sala nota come "Tempio di Venere" e il settore a monte, nel Parco Archeologico. Nel "Tempio di Diana", e nel complesso circostante, si riconosce infine l'edificio eretto da Alessandro Severo (222-235 d.C.) in onore della madre Giulia Mamea, forse un heroon dinastico.
I monumentali resti di Baia, sembrano però indicare la complessa realtà del Palatium, di cui si ignora quali fossero i confini con le proprietà e come si inserì nel contesto urbano.
Degna di nota è la schematica rappresentazione dei monumenti della Regio Baiana sui tre vasetti vitrei di Populonia, Ampurias e Varsavia, fabbricati a puteoli (fine III- inizi IV sec. d.C.). Quello di Varsavia, in particolare, sembra restituire il quadro completo, come doveva offrirsi agli occhi degli antichi e come va gradualmente configurandosi oggi in seguito alle ricerche nell'area archeologica sommersa.

Paolo Caputo (Il Ninfeo sommerso di Punta Epitaffio - Castello di Baia - Soprintendenza Archeologica di NA e CE)


Terme sommerse di Punta Epitaffio

Ipotesi di ricostruzione volumetrica e creazione di un modello digitale di Nicolai Lombardo.   Dettagli...


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